INTERVISTA A FABIO BARONE

Pubblicato il 24 Ottobre 2024

 

Fabio Barone, nato a Roma, 52 anni e ferrarista appassionato. Ha conquistato ben 6 primati in altrettanti viaggi compiuti a bordo delle amate Ferrari, in compagnia di un team molto affiatato. Fabio è presidente del club “Passione rossa” per il quale, insieme agli altri soci, organizza numerosi eventi.
Il 30 settembre 2024, in una delle più prestigiose location di Lazise (VR) Fabio Barone ha rilasciato un’intervista a Luisa Maioli, giornalista di Radio VivaFm. Di seguito se ne riporta la trascrizione.

Ciao, Fabio, e grazie del tempo che mi concedi. Vado dritta al primo punto. Mi sembri giovanissimo! Quanti anni hai?

Grazie per il giovanissimo, me ne ricorderò! Ho 52 anni.
Beh, del resto, ci vogliono uno spirito giovanile e anche un fisico molto forte per riuscire nelle imprese in cui tu ti sei cimentato.
Sì, sicuramente!

Tu detieni ben sei Guinness World Record! Puoi parlarcene?

Sì, certo.
Parto dalla Transfagarasan, la strada definita da “Top Gear” la più bella del mondo. Sta sotto il castello di Dracula, in Transilvania. Lì abbiamo conquistato il primo record del mondo che prima apparteneva a un pilota di rally di origine rumena. E stata decisamente una bella impresa!
Tanto bella che da lì è nato un gruppo di lavoro veramente coeso e molto affiatato.

E qual è stato il vostro secondo successo?

Dopo la Romania abbiamo alzato l’asticella e siamo andati sulla strada più pericolosa del mondo. Dalla più bella alla più pericolosa: la Tianmen Mountain Road, che si trova in Cina proprio dove hanno girato Avatar.  Sono 99 curve in successione. Il trucco è trovare il ritmo e non abbandonarlo mai, perché c’è sempre la stessa tipologia di curva. Anche in questo caso il record che abbiamo raggiunto è a tutt’oggi imbattuto, nonostante, subito dopo noi, abbiano provato altri con un’Alfa Romeo. La Tianmen Mountain Road è stata un’avventura incredibile perché la Cina è un altro mondo, un altro popolo, un’altra cultura. Bello, sinceramente bello!

Ora siamo al terzo successo. Ce ne puoi parlare?

Dopo la Cina siamo stati in Marocco, nella Valle della Morte, in pieno deserto del Dades. Qui il record era di un francese. Ma noi siamo riusciti a batterlo con tanta fatica e molte difficoltà soprattutto per portare la macchina in Marocco. Mi ricordo l’equipaggio che guidava il camion con l’auto: ha viaggiato per quasi 40 ore nel deserto per arrivare in tempo da noi! Quella del Dades è stata un’avventura difficile ma molto molto suggestiva.

Mi stai abituando a imprese adrenaliniche, per cui mi chiedo cosa tu possa raccontarci ora.

Beh, dopo il Marocco, abbiamo di nuovo aumentato la difficoltà per capire fino a dove si poteva arrivare fisicamente. E da Roma siamo arrivati a Capo Nord. La sfida consisteva nel battere Google Maps, che prevedeva – alla massima velocità possibile e sempre nei limiti consentiti – un minimo di 48 ore di tempo. E noi ce l’abbimo fatta a superare Google Maps: siamo riusciti ad arrivare alla meta in 45 ore 20 minuti e 37 secondi… anche utilizzando la finestra della Germania, dove ci sono le Autobahn senza alcun limite di velocità.

Questo è stato il vostro quarto record. E il quinto?

Successivamente siamo andati ai santuari delle Meteore in Grecia e abbiamo stabilito un nuovo primato, superando quello precedente che apparteneva a un greco.
E qui arriviamo a Taranto il 13 luglio 2024, quando abbiamo stabilito il nostro sesto record: il nuovo primato mondiale di velocità su nave. Forse questo record è stato il più complicato a livello di preparazione, perchè l’allenamento è stato fatto su un pontile e sul ponte della portaaerei Garibaldi siamo andati solo per la prova ufficiale. Tra l’altro fino a poche ore prima del lancio, o comunque del tentativo, le previsioni di successo non erano del tutto favorevoli, però siamo riusciti al primo tentativo!

Complimenti davvero! Se provo a immaginare questa tua ultima impresa ma anche le altre, resto senza parole. Vado comunque avanti con le domande. Noto che parli sempre al plurale; puoi dirmi quante persone ci sono nel tuo team e come vi preparate?

Siamo tanti… Il numero preciso per ogni impresa però viene definito in base alle difficoltà dell’impresa e alla preparazione necessaria. Nell’ultimo record siamo stati più di 30, mentre per il record di Capo Nord abbiamo superato le 40 persone impegnate perché avevamo la necessità di fare turni di otto ore nella control room: psicologo, mental coach, nutrizionista, tre ingegneri, dieci fra meccanici e gommisti, altri professionisti, ma tutti che fanno capo al team manager, l’unico che si rapprorta col pilota.
Per prepararci alla conquista di un nuovo primato, normalmente ci trasferiamo tutti sul posto e lì rimaniamo a lungo. In Cina, per esempio, siamo stati quasi due mesi.

Resta che tu sei sempre solo sulla Ferrari, per cui mi viene da chiederti cosa ti spinga a voler superare i limiti tuoi ma anche della fisica.

È difficile dirlo. Secondo me si nasce un po’ programmati: io sono nato con la passione della velocità. Fin da piccolo ho avuto la mania di modificare tutto quello che toccavo e di cercare sempre di battere i miei limiti, che non è detto siano quelli di un record, ma per lo meno i miei sì.
Poi ben venga se ciò coincide con il battere un record. Ma uno deve tenere sempre in mente che i record non durano in eterno e sono fatti per essere battuti.

Però in un’intervista precedente avevi detto che avresti chiuso con le tue imprese dopo la conquista del quinto Guinness. Cosa ti ha portato a dire così e perché hai fatto cambiare idea?

Grazie della tua domanda. Ti dico la verità. Allora mi ha fatto parlare la stanchezza: la preparazione a volte ti fa dire basta! Poi, però, una mattina mi sono svegliato e mi sono guardato allo specchio. Non sapevo che fare, ma non riuscivo a vedere il mio casco attaccato al chiodo. Così sono andato a cercare un altro record da superare!

Tra tutte questi tuoi record a quale sei più legato e perché? Probabilmente a quello ottenuto in Cina. E perché?

Perchè la Cina è un mondo fantastico, molto particolare e diverso dal nostro. Bellissimo e incredibile anche da viverci, non fatto per noi occidentali. La Cina è stata un’avventura veramente incredibile, proiettata in un’altra dimensione. Pensa che l’auto è arrivata, dopo sei mesi di viaggio, solo la sera prima della prova ufficiale. Ricordo ancora i ragazzi che sono stati svegli tutta la notte per rimontare la macchina e metterla a posto. Così la mattina, quando mi sono messo alla guida, nessuno di noi sapeva se l’auto avrebbe retto la prova.

Oltre al lato dinamico che ti caratterizza, hai anche un cuore dolce e altruista. Infatti tu sei presidente del club “Passione rossa” e con questo club organizzi uscite per ragazzi down sulle vostre Ferrari. Ne puoi parlare?

Sì, ma in realtà non è solo il mio cuore a essere dolce ma lo è anche il cuore di tutti i ragazzi che compongono il club “Passione rossa”. Da diversi anni facciamo quella che noi chiamiamo “Ferrari terapia”, un bella esperienza da condividere con ragazzi che ricambiano donando tantissima gioia. Infatti, io credo che siano loro che danno qualcosa a noi e non viceversa. Li uso – passami il termine – per il cambio gomme; i ragazzi collaborano come possono e si divertono da morire. Poi, saliamo sulle Ferrari e con loro facciamo un bel giro, di quelli forti e con quell’ adrenalina che potrebbe aiutarli, almeno secondo gli psicologi.

Il club “Passione Rossa” svolge altre attività?

Certo! Il club è sempre pronto a mettersi in gioco con iniziative, come quella organizzata insieme a Nicoletta Ferraina, Marketing Manager di Leonardo Hotels, che ci ha proposto di collaborare alla realizzazione dell’evento “From Rome to Paris in Red”. La catena alberghiera di Leonardo Hotels, oltre a offrire un’ottima accoglienza per i suoi ospiti, propone a questi stessi ospiti uscite volte alla conoscenza dal vivo del territorio circostante. È una scelta che sostiene il rispetto dell’ambiente. Ma far conoscere l’ambiente e insegnare a rispettarlo, come sta facendo Leonardo hotels, rientra nel rispetto della vita: lo stesso rispetto della vita e della bellezza di cui il club “Passione Rossa” è un convinto difensore. C’è un altro aspetto che unisce il club “Passione Rossa” a Leonardo Hotels. Tutti lavoriamo mettendo passione in quello che facciamo. In più abbiamo la stessa la voglia di fare, di crescere e di condividere, ma anche, nei nostri loghi… il rosso in comune!


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