AIFA: STOP A OBBLIGO RICETTA PER CONTRACCETTIVI PER MINORENNI
Pubblicato il 12 Ottobre 2020
Non sarà più necessario l’obbligo della prescrizione medica per dispensare anche alle minorenni dell’EllaOne, il farmaco utilizzato per la contraccezione di emergenza fino a cinque giorni dopo il rapporto.
Lo ha stabilito l’Agenzia Italiana del Farmaco Aifa lo scorso 8 ottobre.
Il direttore generale Aifa, Nicola Magrini ha dichiarato:
Si tratta di uno strumento altamente efficace per la contraccezione d’emergenza per le giovani che abbiano avuto un rapporto non protetto, entro i 5 giorni dal rapporto ed è anche, a mio avviso, uno strumento etico in quanto consente di evitare i momenti critici che di solito sono a carico solo delle ragazze. Voglio sottolineare che si tratta di contraccezione di emergenza e che non è un farmaco da utilizzare regolarmente
Al momento dell’acquisto in farmacia il farmaco sarà accompagnato da un foglio informativo con lo scopo di promuovere una contraccezione informata ed evitare un uso inappropriato della contraccezione di emergenza. In questa ottica Aifa svilupperà presto un sito ad hoc, con informazioni e indicazioni approfondite sulla contraccezione.
La contraccezione, di cui la pillola anticoncezionale rappresenta una possibile opzione, consente a tutte le donne di programmare una gravidanza e, più in generale, la propria vita.
Il farmaco è dal 2017 nella lista dei farmaci essenziali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per questa indicazione, come parte dei programmi di accesso ai farmaci contraccettivi, e che le gravidanze nelle teenager sono un importante indicatore di sviluppo di una società, che va tenuto ai minimi livelli. Si tratta di una svolta per la tutela della salute fisica e psicologica delle adolescenti.
Lo scorso agosto, anche il regime di utilizzo della pillola abortiva RU486 ha avuto una modifiche per effetto delle linee guida emanate dal ministero della Salute e che prevedono l’estensione dell’utilizzo da 7 a 9 settimane e l’esclusione del ricovero obbligatorio. La decisione è stata però contestata dalla Regione Piemonte, suscitando varie polemiche, e l’assessore regionale agli Affari legali sta verificando con l’Avvocatura regionale eventuali profili di illegittimità del provvedimento del ministero della Salute rispetto alle disposizioni della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza, in quanto sarebbero emerse delle criticità.