ADDIO A FRANCO BATTIATO
Pubblicato il 18 Maggio 2021
Franco Battiato, uno straordinario cantore dei nostri tempi.
“Artista colto e raffinato”: così Sergio Mattarella ha definito Franco Battiato, all’anagrafe Francesco Battiato, il cantautore scomparso il 18 maggio 2021 all’età di 76 anni.
Molti sapevano della sua malattia perché da mesi era lontano dai palcoscenici.
Moltissimi oggi parlano di lui e lo ricordano per la sua inesausta ricerca del significato da attribuire alla vita.
La sua cultura spaziava da elementi esoterici alla mistica araba, dalle tradizioni di numerosi popoli alla mitologia e alla filosofia occidentale.
Ci ha parlato tramite diversi linguaggi: la musica, l’immagine, la gestualità profondamente pacata.
Noi vogliamo ricordarlo tramite alcune parole che lui stesso ci ha donato.
Nel 1982 Battiato ha pubblicato la canzone “Voglio vederti danzare” che continua con “Come le zingare del deserto / Con candelabri in testa / O come le balinesi nei giorni di festa / O al suono di cavigliere del Katakali / Voglio vederti danzare / Come i dervishes turners che girano / Sulle spine dorsali / O al suono di cavigliere del Katakali / E gira tutto intorno alla stanza mentre si danza, danza”.
Nel 1996 Battiato ha scritto il famosissimo brano “La Cura” che comincia con “Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie/ Dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via/ Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo / Dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai / Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore / Dalle ossessioni delle tue manie / Supererò le correnti gravitazionali / Lo spazio e la luce per non farti invecchiare”
Nel 2019 Franco Battiato ci ha regalato l’ultimo lavoro dal titolo “Torneremo ancora” in cui stanno le parole: “Nulla si crea, tutto si trasforma / La luce sta nell’essere luminosi / Irraggia il cosmo intero / Cittadini del mondo / Cercano una terra senza confine / La vita non finisce”.
Franco Battiato, figlio di una Sicilia che si colora dell’azzurro del mare e del cielo, del verde dei campi e del rosso del fuoco dell’Etna, ha sintetizzato la cultura di tutti i popoli che in Sicilia sono migrati e hanno vissuto. E l’ha riproposta e diffusa in una sintesi davvero originale. Ha fatto ciò che gli antichi cantori hanno svolto nella storia, come un aedo moderno.
Luisa Maioli